LA STORIA

tango-festivalDurante un corso di tango per principianti il protagonista, la cui identità rimarrà incognita e indefinita per tutto il corso della narrazione, vede una ragazza che gli appare sulle prime “mediocre, o chissà, forse perfino un pò bruttina”, ma che pure in qualche modo gli ricorda un rimpianto amore della sua adolescenza e suscitando così languide immagini e splendide malinconie. Ben presto, frequentando la lezione, a un cambio di coppia il protagonista si troverà a ballare con la sconosciuta, e proprio come accade nei romanzi, a dispetto della sua scarsa avvenenza, se ne innamora immediatamente, perdutamente e irrimediabilmente cadendo nella trappola misteriosa e fatata del suo tenero abbraccio e del suo tango “onda di miele in tempesta”.

La ragazza all‘inizio sembra accettare il suo discreto corteggiamento: durante la lezione lo cerca per ballare, arriva fino a farsi accompagnare in macchina a una milonga, ma poi, probabilmente a causa di un fidanzato che vive a Torino, si allontana sempre di più, diventa sfuggente, irragionevole e – soprattutto – irraggiungibile, pur non cessando di aleggiargli intorno col suo magico tango e i suoi comportamenti non è chiaro se più elusivi, allusivi o enigmatici – e proprio per questo ancor più dolorosamente e quasi insopportabilmente affascinanti.

In preda al vortice della sua stilnovistica non meno che furibonda passione, l‘innamorato prende dapprima a bere e a fumare un pò oltre misura, poi a dismisura, poi a non poter mangiare né dormire quasi più. Infine si risolve a scavare nella sua altrimenti del tutto inutile laurea in lettere e filosofia nel disperato tentativo di capire che sia quel disastro che gli sta succedendo.

Così, sia pure in modo assai sconclusionato, arriva a confrontare il suo “stato di eros” con quello che ha colto famosi o famosissimi personaggi del più o meno recente passato, di solito eroi letterari con cui presuntuosamente e del tutto inutilmente si confronta per capire quel che gli sta succedendo, sperando di trovare in questo modo una consolazione e forse anche una via d‘uscita alla sua infelice situazione. Stretto nella morsa del suo delirio amoroso, nel tentativo di liberarsene armeggia con teorie non è chiaro se più inservibili, più incomprensibili o più improbabili – non prima di essersi inoltrato nelle origini del tango, oscure, viscerali e maledette, alla ricerca di un arcano che naturalmente non scoprirà mai.

Esausto, o forse perfino un po‘ annoiato, si arrangia una salvezza col riderci un pò e su, e infine, quasi senza accorgersene e di certo senza volerlo, si arrende e si accomoda in una mediocre e grigiastra disillusione, che, ormai lo ha capito, altro non rappresenta che l‘ineluttabile fine della sua giovinezza.

È doveroso avvertire il lettore che trattasi di una storia assolutamente vera e dunque, a parte alcune sfumature peraltro trascurabili, i fatti ivi descritti corrispondono a quelli accaduti fin nei dettagli (anche se a prima vista non viene spontaneo crederlo).

N.B. Se per caso leggeste il libro e per qualsiasi motivo vi piacesse e vi venisse voglia di rendere in qualsivoglia modo grazie all‘indegno autore, avete un modo facile per farlo. Andate a dare un‘occhiata al sito www.orsicinesi.org a volte basta un click per rendere il mondo un posto leggermente meno infame di quanto ordinariamente non risulti.

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